Descritto in modo un po’ semplicistico e meccanicistico.
Cosa succede con un intervento biodinamico e con un massaggio bioenergetico dolce, cioè con un minimo stimolo? Si riattiva la pulsazione di un organo o di una fascia muscolare e l’effetto dovrebbe essere simile al risultato di un esercizio di bioenergetica o vegetoterapia (o simile … Davis) cioè contattare una struttura difensiva (la corazza?) e venire a contatto della struttura caratteriale. Con tutte le metodologie semplificando al massimo le emozioni represse riemergono attraverso un movimento, respiro, suono che scioglie quella contrazione (muscolare?) che aveva bloccato l’insopportabile (“se sento questo muoio”). Lo stesso può avvenire anche attraverso il minimo stimolo e l’intervento osteobiodinamico. C’è il vantaggio tra gli altri che è più difficile imbrogliare (imbrogliarsi) in quanto la reazione è pressocché solo organismica e quindi più facilmente sorprende l’io mentre gli esercizi permettono la recita anche inconsapevole della catarsi, recita anche se reiterata rinforza la difesa. Inoltre, gli stimoli minimi facilitano l’apertura laddove lo stimolo forte rinforza la difesa. L’ostrica sfiorata si apre, toccata con forza si serra.
In una terapia si pone il problema di rendere permanente il cambiamento (oltre ad integrarlo con il reso a livello personale e sociale). Anche con la bioenergetica e la vegetoterapia ecc., dopo la catarsi (o simile) il più delle volte c’è una chiusura e perché la terapia abbiam effetto è necessario un lavoro di elaborazione verbale, esperienze reali di cambiamento nelle relazioni, ripetizioni perché la corazza si allenti in modo permanente e si sperimenti anche un cambiamento nella struttura caratteriale di tipo ecologico.
In sintesi perché il cambiamento sia stabile, con un lavoro di minimo stimolo è necessario:
la ripetizione l’integrazione sia a livello di esperienza organismica, sia di pensiero, sia verbale
vivere il cambiamento e sperimentarlo nella relazione con sé, con gli altri …
È necessario sperimentare come si possa vivere mantenendo la sensazione di cambiamento sperimentata nella seduta perché è necessario mutare gli equilibri ed in certi casi è come imparare a camminare. È necessario un sostegno in questo caso come di una madre che regge i primi passi ma è una madre che, nella misura del possibile, non deve avere aspettative, proiezioni, narcisismi, ecc.
Vale per tutte le terapie alla fine quello che permette un cambiamento duraturo è la relazione con il terapista. È l’esperienza di una relazione in cui le proiezioni dell’altro non ti condizionano (perché il terapista dovrebbe guardarsi dal proiettare!) e tu possa avere un’immagine speculare di te pulita e contemporaneamente sia l’incontro con una persona reale con la sua storia e caratteristiche.